Podcast. Storia minima del Soul vol. 2: Otis Redding

   Tempo di lettura: 3 minuti

Chissà perché capita, ad ognuno di noi, sentire quella tipica stretta al cuore ogni volta che ci mettiamo all’ascolto delle prime note di I’ve Been Loving You Too Long. Come sarebbe senza? Del resto, Otis Redding è stato il cantante soul più influente degli anni 60, forse il più grande, il più importante. Mio padre lo ascoltava, mia madre lo ascoltava, e tutta quella generazione che ha messo al mondo la mia, l’ascoltavano. La sua voce dall’anima profonda, gli arrangiamenti della sua musica, il professionista che ha fatto “aggiornare” l’R&B nell’anima moderna che ora ascoltiamo.

E’ finito tutto troppo in fretta e troppo presto. La sua morte a soli 26 anni è stata tragica non solo perché sembrava sul punto di sfondare ad un pubblico ancora più ampio di quello che aveva già incontrato, cosa accaduta in ogni caso dopo la sua scomparsa, basti pensare al singolo “Sitting on the dock of the bay“, ma avrebbe confermato il suo enorme talento “pop”, se per pop capiamo il termine con cui definiamo la modernità. E Otis Redding lo è stato e lo è ancora, non fosse altro per la capacità espressiva e la raffinatezza dei testi (per chi ha voglia di tradurli).

Molta gente mi dice che non è stato sempre così. Se è vero che Otis al suo apice, era un artista assai “performante” inteso come un grande professionista del palco e showman versatile, cominciò con lo stesso stile “urlante” alla Little Richard. All’epoca lavorava con Johnny Jenkins (no, non è lo zio d’America di colui che tutti conoscete). Agli inizi degli anni ’60 ha approfittato di registrare una ballata, poi molto famosa: “These arms of mine“; quando divenne una hit R&B, Otis capì che era giunto il momento di “buttarsi” nella carriera da solista che dovrà aspettare quattro o cinque anni proprio con I’ve Been Loving You Too Long, ma pure con Mr.Pitiful e, udite udite, Satisfacion che non è mai stata dei Rolling Stones – sia chiaro! – per diventare ricco e famoso.

Otis Redding ha lasciato molta musica compreso alcuni pezzi passati alla storia; uno di questi è stato il duetto con Carla Thomas il cui titolo è Tramp del ’67. A trovarla, la registrazione del Festival Pop di Monterey di quell’anno,lascia una certa malinconia. Dopo pochissime settimane, i primi di Dicembre, Otis e la sua band di allora: i Bar-Kays, 4 persone, morirono in quel tragico incidente aereo. La storia del rock è piena di “cosa sarebbe successo se…”; vale pure per il R&B, per dire che tra l’enorme quantità di materiale trovato, si pensa che Otis avrebbe potuto percorrere qualsiasi strada avesse preferito e chissà quante direzioni avrebbe potuto esplorare. Ma la storia musicale di Otis Redding non è ancora stata scritta tutta.

Vi faccio il regalo di farvele ascoltare entrambe:I’ve Been Loving You Too Long e Sitting on the dock…

Buon ascolto e alla prossima

i libri

macchè….

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