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Una sensazione dirompente era scoppiata in lui al cospetto dei due fratelli che si fronteggiavano, armi in pugno: quella di non appartenere né all’uno né all’altro. Lui viaggiava su binari diversi e sul treno del suo futuro non c’era posto per la violenza.

È in un paese lontano e dimenticato dove iniziano le disavventure del giovane protagonista di questa meravilgiosa storia. Sofia Gallo ci conduce nuovamente a incontrare attraverso la sua narrazione, ciò che le è più caro nella letteratura: l’incontro con culture altre, spesso dimenticate e oppresse, alla ricerca della propria autonomia identitaria.

E lo fa attraverso la voce di Fuad, un ragazzo curdo di Turchia, che vive sulla pelle e nella propria storia familiare il conflitto aperto che da decenni devasta la storia del Kurdistan, un terrritorio che non è ancora uno stato e che si divincola tra Iran, Iraq e Siria alla ricerca di un proprio spazio per esistere.

Fuad vive a Diyarbakir, la capitale del Kurdistan, nella parte orientale della Turchia, in una famiglia devastata dal dolore. Lacerazioni profonde lo hanno già scaraventato nel mondo dei grandi: un fratello poliziotto, che serve lo stato turco a dispetto delle sue origini; un altro fratello, ribelle, fuggito al seguito del PKK, l’organizzazione che si prefigge con le armi la liberazione del Kurdistan; una sorella finita a fare la prostituta; un padre in carcere per aver usato vendetta contro gli abusatori della figlia; e una madre, distrutta dal dolore.

È in questo scenario che a Fuad parte un colpo dal fucile lasciatogli in custodia dal fratello ribelle. L’obiettivo era un pollo per la cena che razzolava nel cortile sottostante. Ma l’inesperienza di Fuad sortisce l’esito peggiore. Fuad capisce immediatamente che deve fuggire. Senza meta e senza niente da portare con sè cerca un rifugio temporaneo al riparo delle imponenti mura che circondano la città, in attesa di capire cosa fare. Non ne ha tuttavia il tempo. Viene infatti rapito da pericolosi individui del PKK che vanno a caccia di ragazzi soli per farne guerriglieri e combattenti al servizio della causa curda.

Da qui inizia il vorticoso peregrinare di Fuad, al seguito dei suoi rapitori, con vari tentativi di fuga, ma anche con incontri che accresceranno in lui la consapevolezza della necessità di trovare la propria strada. Incontrerà l’amore idealizzato in Amina, una giovane ragazza vista solo da lontano nella cittadina di Mardin; e l’arroganza, la violenza e la falsità, in Burak e Kemal, ragazzi come lui, abusati dalla vita, e costretti a essere quello che forse con altre orgini non sarebbero mai diventati. Burak prepotente e approfittatore, vuole entrare nel PKK e diventare un grande guerrigliero. E persegue il suo obiettivo in modo meschino e vigliacco, giocando a fare il forte con i deboli e il debole con i forti, tradendo la fiducia sia di Fuad che di Kemal. Quest’ultimo vuole vendicarsi delle sevizie subite da uno zio avvocato, ma il dolore che gli scava dentro, lo porta ad essere falso e a non riconoscere neanche quel poco di buono che la vita sembra avergli posto accanto nell’amicizia di Fuad.

Fa da sfondo a questo viaggio di formazione una natura straordinaria, che sembra incombere potente su tutto e tutti, quasi a ristabilire nelle trama dei suoi profili, la bellezza di un disegno più grande, nel quale viene restituito all’essere umano la libertà di scelta, solo se accetta di compiere quel viaggio dentro di sè e allo stesso tempo fuori di sé, per imparare ad ascoltare la propria voce e a rispettarla anche a dispetto delle proprie origini.

Proprio come accade a Fuad, che stordito da tanta brutalità, arragonza, falsità, trova invece nell’incanto della natura, quasi rivolgendosi ad essa, la forza di ascoltarsi e di ritrovare la propria radice umana, di ragazzo attento, sensibile, che sa donarsi agli altri senza interessi, e sa riconoscere il bene e la gratitudine. Come nel campo profughi nel quale si trova a vivere per un periodo, o nel villaggio dove impara a lavorare al seguito di Rojat e dove incontra l’amore quello vero, per Nasan.

Un ultima, devastante prova sarà per Fuad la vera occasione per spezzare le catene che fino ad allora lo avevano tenuto vincolato al proprio passato, proiettandolo verso il proprio futuro.

Un libro a tratti duro, estremo nella necessità di non edulcorare una realtà storica così difficile, che trae spunto proprio dalle testimonianze raccolte dall’autrice durante un viaggio compiuto in Turchia, ma anche un libro pieno di speranza, che rimette nelle mani dei giovani lettori la vera responsabilità cui ogni essere umano è chiamato: rispondere alla propria individualità scegliendo il bene e mettendo a frutto i propri talenti, non solo per sé, ma come forma di iterazione dell vita e del bello.

Un libro consigliato non solo ai ragazzi ma anche ai grandi, per conoscere la bellezza, la storia e la miseria di un territorio e di una popolazione spesso dimenticati.

Informazioni tecniche

Titolo: I lupi arrivano con il freddo

Autore: Sofia Gallo

Editore: EDT – Giralangolo

Codice: EAN 978-88-5920-159-5

Formato: 20,5×13,5 cm

Pagine: 211

Prezzo indicativo: € 12,50 cartaceo

Età di Lettura: (+14)

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